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Muse - Uno (drum sheet music)

Muse - Uno (drum sheet music)

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📝 Informazioni Generali

  • Titolo: Uno

  • Artista: Muse

  • Album: Showbiz (1999)

  • Versione analizzata: Studio + live (frequente nei tour 1999–2002)

  • Autori: Matthew Bellamy, Dominic Howard, Christopher Wolstenholme

  • Genere: Alternative Rock / Hard Rock / Neo-progressive

  • Durata: 3:37

  • Etichetta: Mushroom Records / Taste Media

  • Produzione: John Leckie

  • Curiosità:

    • È stato il primo singolo ufficiale dei Muse pubblicato nel 1999.

    • Il titolo “Uno” (italiano per “uno”) rappresenta sia l’idea del primo passo, sia il concetto di isolamento individuale.

    • Il videoclip, diretto da Wolf Gresenz, mostra la band che suona in un contesto surreale, alternato a immagini di alienazione e distacco.

    • Fu uno dei brani che permisero ai Muse di farsi conoscere al grande pubblico britannico.


🎭 Contesto e Significato del Brano

“Uno” è una canzone che parla di solitudine, inganno e disillusione.
L’atmosfera cupa e il tono accusatorio del testo riflettono una relazione tossica o un rapporto sbilanciato, dove il protagonista si sente manipolato e intrappolato.

Temi principali:

  • Alienazione: il sentirsi “uno” contro il mondo, solo e vulnerabile.

  • Manipolazione emotiva: la rabbia verso chi tradisce la fiducia.

  • Ribellione e liberazione: il desiderio di scrollarsi di dosso il controllo altrui.

Frasi emblematiche:

  • “This means nothing to me, 'cause you are nothing to me.”

  • “You could’ve been number one, if you only found the time.”

  • “You’ve seen too much to turn back now.”

→ Bellamy scrive con amarezza e sarcasmo, ma anche con una certa malinconia di fondo.


🎶 Caratteristiche Tecniche Musicali

Tonalità e Struttura

  • Tonalità: Si minore (B minor)

  • Tempo: Moderato (~110 BPM)

  • Struttura:

    • Intro: riff di chitarra distorta, oscuro e ipnotico

    • Strofa: voce contenuta, tesa

    • Ritornello: esplosione dinamica e rabbiosa

    • Bridge: sezione con progressione melodica discendente

    • Finale: crescendo strumentale e dissolvenza

Melodia e Armonia

  • Melodia: malinconica e spezzata, con intervalli ascendenti che creano tensione.

  • Armonia: costruita su giri discendenti e sospensioni modali (Bm – G – A – F#), tipici dei Muse di fine anni ’90.

  • Vocalità: Bellamy alterna un tono sussurrato e velenoso a esplosioni emotive, con un vibrato controllato e quasi teatrale.


🥁 Caratteristiche Ritmiche e Strumentazione

  • Batteria (Dominic Howard):

    • Groove serrato, con colpi netti di rullante e hi-hat chiuso.

    • Ritmo statico nelle strofe, più potente nei ritornelli.

  • Basso (Chris Wolstenholme):

    • Linea scura e profonda, quasi “industrial”.

    • Usa il registro medio per fondersi con le chitarre.

  • Chitarra (Matthew Bellamy):

    • Riff principale in power-chord distorti con suono fuzz.

    • Uso di delay corto e compressione.

    • Distorsioni più sporche e dense nei ritornelli.

  • Voce (Matthew Bellamy):

    • Drammatica, con alternanza di controllo e rabbia.

    • Spesso doppiata nei ritornelli per maggiore intensità.


🎧 Produzione Studio

  • Sound: ruvido, cupo, diretto.

  • Mixaggio (John Leckie):

    • Chitarre e voce al centro della scena.

    • Batteria asciutta e presente.

    • Riverbero moderato per creare un senso di spazio claustrofobico.

  • Produzione generale:

    • Ancora “grezza” rispetto ai lavori successivi dei Muse, ma già con elementi drammatici e intensi che definiranno il loro stile.


📈 Successo e Impatto Culturale

  • Classifiche:

    • Raggiunse la Top 100 UK nel 1999, modesto risultato ma grande impatto per una band emergente.

  • Live:

    • Fu spesso usato come brano d’apertura nei concerti dei primi anni.

    • Dal vivo acquisiva una potenza molto superiore rispetto alla versione in studio.

  • Ricezione:

    • Considerato uno dei brani più “oscuro-intimi” del primo album.

    • La critica lo descrisse come un mix tra Radiohead, Jeff Buckley e Queen, ma con un’aggressività più istintiva.

Cultura pop:

  • Ancora oggi è un brano amato dai fan storici, simbolo del primo periodo “underground” dei Muse.

  • Nonostante non sia una hit commerciale, viene riconosciuto come manifesto del suono primordiale della band.


🕰️ Legacy e Attualità

  • Percezione nel tempo: oggi Uno è considerato un brano “di culto” tra i fan, rappresentante del Muse grezzo e tormentato.

  • Temi universali: isolamento, rabbia, consapevolezza → ancora perfettamente riconoscibili nei lavori più maturi.

  • Eredità artistica: con Uno, i Muse tracciarono la linea che avrebbero poi seguito: melodie struggenti, tensione emotiva, e un equilibrio tra bellezza e distruzione.


✅ Conclusione

“Uno” è il primo grido dei Muse — un brano viscerale, oscuro e carico di tensione emotiva.
Con il suo riff ipnotico, la voce drammatica di Bellamy e il tono sospeso tra rabbia e malinconia, rappresenta perfettamente la nascita di una band che avrebbe poi dominato il rock mondiale.

Un pezzo grezzo ma intensissimo, fondamentale per capire le radici emotive e sonore dei Muse.

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