Lucio Corsi - Volevo essere un duro (drum sheet music)
Lucio Corsi - Volevo essere un duro (drum sheet music)
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Informazioni Generali
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Titolo: Volevo essere un duro
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Artista: Lucio Corsi
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Album: La gente che sogna
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Anno di pubblicazione: 2020
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Genere: Pop rock, Cantautorato, Glam rock
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Durata: 3:37
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Etichetta: Sugar Music
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Autore e Compositore: Lucio Corsi
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Produzione: Francesco Bianconi (Baustelle)
Contesto e Significato del Brano
"Volevo essere un duro" è un brano che gioca con ironia e disincanto sul tema dell’identità maschile e sul desiderio di corrispondere a modelli di forza e virilità stereotipata. Corsi canta il contrasto tra ciò che avrebbe voluto essere (un “duro”) e ciò che invece è diventato: una persona che sogna, che guarda la luna, che si emoziona.
Tema principale: Contrasto tra il modello maschile stereotipato e l’identità reale, fragile, sognatrice e poetica.
Frasi emblematiche:
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"Volevo essere un duro, ma la luna mi ha fregato."
→ Simbolo della bellezza e della sensibilità che mettono in crisi l’identità “forte”. -
"Mi sveglio presto per guardare la rugiada"
→ Denota un’indole contemplativa e romantica, l’opposto del “duro” che non si lascia commuovere. -
"Mi metto lo smalto se voglio e canto De Gregori"
→ Rivendicazione di libertà espressiva e rifiuto delle convenzioni di genere.
Caratteristiche Tecniche Musicali
Tonalità e Struttura
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Tonalità: Re maggiore (D major)
Scelta luminosa e aperta, che esprime leggerezza e sincerità. -
Struttura:
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Intro: Suoni vintage, batteria leggera e synth retrò
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Strofa: Narrazione parlata-cantata, tono confidenziale
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Ritornello: Apertura melodica, frase chiave ripetuta (“Volevo essere un duro…”)
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Bridge: Crescita emotiva e strumentale prima dell’ultimo ritornello
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Outro: Finale morbido, senza climax violento
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Melodia e Armonia
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Melodia: Lineare, accessibile, con accenti teatrali. Corsi canta quasi come se stesse recitando una favola.
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Armonia: Semplice, con accordi diatonici, ma impreziosita da piccoli cambi armonici inaspettati, tipici del glam e del cantautorato.
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Vocalità: Voce non impostata, naturale, volutamente naïf ma evocativa. Evita ogni virtuosismo per restare sincero.
Caratteristiche Ritmiche
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Tempo: Moderato, intorno ai 92–96 BPM
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Batteria: Minimalista, con groove costante e uso morbido di rullante e hi-hat
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Basso: Presente ma sottotraccia, guida armonicamente e sostiene le strofe
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Chitarre/Synth: Timbriche retrò, suoni caldi e sfumati, atmosfera da canzone d’autore anni ‘70
Uso dell’Elettronica e Produzione
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Strumentazione: Chitarra acustica, synth, pianoforte elettrico, basso, batteria elettronica soft
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Produzione: Elegante, essenziale ma raffinata. L’intervento di Francesco Bianconi si sente nella cura degli arrangiamenti, sempre misurati, poetici, con un gusto cinematografico
Successo Commerciale e Impatto Culturale
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Ricezione critica: Molto apprezzata dalla critica per l’originalità e la capacità di fondere cantautorato classico con estetiche moderne e glam
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Esecuzioni live: Frequentemente suonata nei concerti di Corsi, spesso in versione acustica e teatrale
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Influenza: Ha rafforzato l’immagine di Lucio Corsi come artista fuori dagli schemi, capace di reinterpretare la figura del “cantautore italiano” in chiave pop contemporanea
Legacy e Rilevanza del Brano nel Tempo
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Percezione nel tempo: Già diventato un piccolo cult tra gli ascoltatori alternativi e gli amanti della nuova scena indie italiana
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Tematiche attuali: Parla in modo efficace di gender fluidity, libertà espressiva e identità personale — temi centrali nel dibattito contemporaneo
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Influenza su altri artisti: Il suo stile ha ispirato molti giovani cantautori italiani a osare di più sul piano visivo, poetico e sonoro
Conclusione
"Volevo essere un duro" è una piccola gemma che, con leggerezza e poesia, affronta temi profondi come l’identità, la mascolinità e la libertà di essere se stessi. Lucio Corsi non si limita a cantare, racconta una favola moderna dove l’eroe è colui che rinuncia alla corazza e abbraccia la propria sensibilità.
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