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Ac/Dc - back in black (drum sheet music)

Ac/Dc - back in black (drum sheet music)

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Titolo: Back in Black
Artista: AC/DC
Album: Back in Black (1980)
Autori: Angus Young, Malcolm Young, Brian Johnson
Genere: Hard Rock
Durata: 4:15
Etichetta: Atlantic Records
Produzione: Robert John “Mutt” Lange
Curiosità: Il brano è dedicato alla memoria di Bon Scott ed è uno dei riff più famosi della storia del rock.


Informazioni Generali

“Back in Black” è uno dei brani più iconici della storia del rock, una vera dichiarazione di identità musicale. Uscito nel 1980 come traccia dell’album omonimo, ha segnato il ritorno della band dopo la perdita di Bon Scott e l’ingresso di Brian Johnson. Il brano è un trionfo di semplicità, potenza e stile: quel riff tagliente è diventato un simbolo generazionale e la batteria di Phil Rudd rappresenta il concetto di groove granitico. È un pezzo scolastico, fondamentale, che ha definito un’intera estetica sonora.

Contesto e Significato

La canzone è un omaggio a Bon Scott ma non è un brano triste. È una celebrazione della vita, della forza, dell’energia che caratterizzava il frontman. Brian Johnson scrive un testo che è un inno di rivalsa, un “ritorno in scena” pieno di orgoglio, ironia e attitudine rock’n’roll. Musicalmente, AC/DC scelgono la strada che conoscono meglio: niente fronzoli, niente complicazioni, solo potenza, riff e ritmo. L’intero pezzo è una dichiarazione: siamo tornati, e più forti di prima.

Struttura Musicale e Tonalità

La tonalità del brano è Mi maggiore, scelta che dà un carattere brillante, incisivo, immediatamente riconoscibile. Il tempo viaggia intorno ai 94 BPM, un mid-tempo perfetto per mantenere la pesantezza del groove senza perdere spinta. La struttura è lineare ma efficace: intro iconica, strofe essenziali, ritornello esplosivo e un bridge che alza ulteriormente la tensione prima del ritorno al riff. Ogni parte è costruita per essere memorabile e immediata.

Strumentazione e Groove

La batteria è un capolavoro di minimalismo e solidità. Phil Rudd costruisce uno dei groove più riconoscibili della storia del rock usando pochissimi elementi, ma usandoli alla perfezione. Il rullante è secco e deciso, la cassa è costante e martella con precisione chirurgica, il charleston mantiene un feel rigido ma estremamente musicale.
La vera sfida nel suonare questo brano non è la complessità: è la consistenza. Serve un timing perfetto, un colpo pulito, la capacità di far “respirare” gli spazi e un controllo totale del suono. La batteria non deve invadere: deve essere il motore implacabile del pezzo. Proprio per questo è uno dei brani più importanti da studiare per chi vuole migliorare groove, timing e presenza nel rock.

Produzione e Estetica Sonora

La produzione di Mutt Lange è leggendaria. Ogni colpo della batteria è scolpito con una precisione quasi chirurgica, creando uno dei suoni più puliti e potenti mai sentiti nel rock degli anni ’80. Le chitarre dei fratelli Young sono taglienti ma mai caotiche, con un sound che è diventato un riferimento assoluto. La voce di Brian Johnson emerge graffiante e piena di energia. L’intero mix è un esempio perfetto di come un brano rock possa essere semplice ma gigantesco.

Impatto e Legacy

“Back in Black” è un monumento del rock. È stato coverizzato da artisti di ogni genere, utilizzato in film, spot, eventi sportivi e celebrato come uno dei brani più influenti di sempre. Ha venduto milioni di copie ed è ancora oggi un punto fermo nei concerti della band. Per chi suona la batteria, è una tappa obbligatoria: insegna disciplina, coerenza, musicalità e presenza sonora. È uno di quei pezzi che ogni batterista deve avere nel repertorio.

Conclusione

Suonare “Back in Black” significa confrontarsi con l’essenza del rock: poche note, tanta personalità, groove immenso. La batteria non è tecnica fine a sé stessa, è servizio alla canzone, è precisione, è carattere. È un brano che aiuta a sviluppare il controllo del tempo, la forza del colpo e la capacità di mantenere un groove solido dall’inizio alla fine. Una trascrizione perfetta per chi vuole davvero imparare a “tenere su” un pezzo rock nel modo più professionale possibile.

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